Tel/Fax: 0552654044 assfiopp@hotmail.com

Apocalypto

Cambiare…

a cura di Luca Ricci

tempo di lettura 2 minuti

Regia: Mel Gibson

Produzione: USA

Anno: 2006

 

https://www.youtube.com/watch?v=cerFxuSXcfk

 

La trama di Apocalypto è piuttosto semplice. Un villaggio Maya, forse nello Yucatan, viene depredato e la popolazione viene rapita per essere condotta nella grande città Maya. Servono uomini per compiere dei riti sacrificali. Uno di questi uomini, la cui moglie incinta e il figlio sono stati nascosti in una voragine nel terreno durante l’invasione, riesce a scappare e viene inseguito. L’uomo cerca di ritornare dalla sua famiglia.

Una storia violenta, dolce, avventurosa. Soprattutto, una storia del cambiamento. Cosa accade quando “O” irrompe con la sua traumaticità nell’equilibrio psichico? Apocalypto sembra ammiccare alle teorie bioniane, sembra rappresentare l’avventura, potenzialmente fatale, del cambiamento (individuale e gruppale). In quest’ottica, mette in scena le difese che insorgono per mantenere l’equilibrio raggiunto. Tutto sta per essere distrutto. Il rituale della decapitazione simboleggia bene il “perdere la testa” che si verifica nel cambiamento catastrofico. C’è sangue ovunque: dalle ferite, rappresentate in modo cruento, sgorgano fiotti di sangue e Sé. I membri del villaggio vengono frustati, usati come schiavi, colorati e sfigurati: oggetti interni i cui significati e ruoli cambiano, assumendo sfaccettature nuove e disorientanti, grottesche. Il mondo cambia. all’esterno come all’interno. La foresta si trasforma in una città; una città che solo in apparenza è civiltà, progresso, evoluzione. Al rigoglio della foresta si sostituisce l’arsura delle pietre degli edifici; i suoni della fauna diventano il vociare di un mercato sterile e marcio; ai sorrisi e gli scherzi degli amici si sostituiscono figure ambigue, deformi, dalle espressioni incomprensibili e terrorifiche. È il nuovo. Non il rimosso, il nuovo. Il nuovo che sacrifica tutto ed è ineluttabile.

Il cambiamento, violento e repentino, si annuncia nelle fasi iniziali della storia. Come in una wahnstimmung pre-delirante, la tribù incontra, durante una battuta di caccia, un’altra tribù in fuga. Come elementi beta, i membri della tribù nomade suscitano emozioni non pensabili. Il protagonista ne avverte il portato di cambiamento e prova paura. Il padre lo rassicura. Ma il terrore senza nome si è instillato. Di lì a poco, il nuovo. Un nuovo che investe tutta la tribù, ma che lascia al solo protagonista il compito di sopravvivere all’elaborazione.

Un presagio. Una bambina malata si fa portavoce di una profezia di speranza: usa le parole in sostituzione dell’azione. Parole criptiche, ma sempre parole. Sta ferma, sosta nel caos. Parla di una visione: un animale, si direbbe totemico, ma probabilmente solo primo elemento alfa, apre un atteggiamento di “Fede”, annunciando l’avvento della funzione alfa. Il protagonista viene sopraffatto da “O”, rischia la vita psichica. Nel momento di maggior perdita, sull’orlo della catastrofe irreversibile, si aggrappa ad un’ultima possibilità, salvato dall’ultimo oggetto interno sopravvissuto.

La fuga è in un primo momento un ritorno, la ricerca di una restaurazione del precedente status quo. Il ritorno dalla famiglia in pericolo. La ricostruzione di alcune difese capaci di permettere un cambiamento che non è più mortifero. L’avventura nella foresta, nei fiumi, nelle cascate, inseguito dal caos armato di pugnali e frecce, diventa l’addentrarsi nel significato personale della propria vita, trasformato, ma non ancora compiuto. La morte è sempre possibile. L’animale totemico si mostra, diventa carne, e lo fa nel territorio natìo del protagonista, che ad alta voce usa le parole per urlare chi è ai suoi persecutori. La terra madre è la madre terra dove si sviluppa la funzione alfa. Le emozioni ora sono chiare, distinte, fonte di informazioni pensabili per comprendere gli eventi e portarli, con le parole di Freud riprese da Bion, sotto la giurisdizione della coscienza.

La moglie nascosta è prossima al parto ed è in pericolo. Un figlio… è possibile un nuovo inizio? Quante “O”. Quanti nuovi inizi.

 

Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica

Via Ricasoli, 7

50122 Firenze

Tel e Fax: 0552654044 (altri contatti)

CF 94008010483

P.IVA IT04666800489

© 2017 Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica

Privacy Policy