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Dune – Parte 1 

a cura di Lorenzo Gambacorta

tempo di lettura 2 minuti

Regista: Denis Villeneuve

Anno di uscita: 2021

Produzione: Warner bros

 

 

Dune (parte 1) è un film di fantascienza che riprende il primo capitolo dell’omonima saga dello scrittore Frank Herbert, più o meno alla stessa maniera dell’altro film omonimo che uscì per la regia di David Lynch negli anni ‘80.

É un film complesso e visionario, dove il regista sembra portare al massimo delle potenzialità la sua capacità rappresentativa. Sequenze lente, inquadrature che si soffermano sui volti e sulle espressioni, nonostante si parli di una produzione Holliwoodiana a tutti gli effetti, Dune è però prima d tutto un film di personaggi. Tanti personaggi, una rappresentazione corale che come il libro prende le mosse dalla contrapposizione fra alcune casate nobiliari facenti parti di un impero galattico.

Nell’impero, l’obbiettivo dell’imperatore è quello di usare le famiglie nobili al suo servizio per sfruttare un inospitale pianeta sabbioso, Arrakis, e la sua spezia, uno sostanza moto rara fondamentale per i viaggi spaziali a lungo raggio e che provoca visioni.

La trama diventa quasi subito complessa ed epica, il conflitto fra casate esplode velocemente in mezzo a una serie di intrighi e misteri. A contrapporsi sono le famiglie degli Harkonnen e degli Atreides. Appartiene a questi ultimi il protagonista della storia, Paul, rampollo e futuro barone della famiglia. Egli ha però qualcosa in più: qualcuno lo ritiene l’eletto, una sorta di profeta che cambierà il destino dell’impero, atteso sopratutto dai Fremen, il popolo natio del pianeta Arrakis.

Il personaggio di Paul è forse il più affascinante nella sua ambivalente ambiguità. Le visioni indotte dalla spezia infatti gli fanno vedere diversi futuri possibili e in alcuni di questi egli è destinato a diventare si un capo, ma sanguinario e vendicativo. Un conflitto interiore inizia a crescere, aspetto che probabilmente sarà uno dei leit motiv approfonditi nella seconda parte del film.

Villeneuve e la produzione riprendono la saga di Dune non a caso. Già nei libri infatti, il tema principale era una critica dello sfruttamento post-coloniale dei paesi occidentali ai danni del cosiddetto “terzo mondo”, cosi come della necessità di una svolta ecologista nello sfruttamento delle risorse del pianeta. Temi ancora attualissimi, sopratutto quello ecologico.

Ma oltre a una riflessione propositiva, attraverso la figura di Paul, Villenevue sembra mettere in scena anche le angosce riguardanti il futuro, in particolar modo climatico, che attanagliano ognuno di noi nell’attuale stato di indecisione politica. Le contraddittorie e talvolta spaventose rappresentazioni di Paul sono l’eco di paure e angosce che in questo momento riguardano anche lo spettatore.

Col suo taglio epico e il suo ritmo altisonante ma lento, quasi riflessivo, il regista d’altronde sembra cercare di (ri)costruire un’epica per la moderna cultura occidentale, che possa di nuovo farsi veicolo dell’interiorizzazione di valori condivisi, qualcosa che nel cinema contemporaneo sembrava ormai essersi perso.

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