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Questo numero di Contrappunto ospita gli atti della giornata di stu-dio che si è svolta a Firenze il 15 ottobre 2005, organizzata dall’Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica e dal Centro Studi Martha Harris – AMHPPIA di Firenze, per ricordare Donald Meltzer ad un anno dalla sua morte.
Il tema della giornata di studi riguardava l’insegnamento di Meltzer attraverso la supervisione. Oltre a costituire un momento di riflessione, discussione e confronto di idee tra i numerosi allievi e seguaci di Meltzer in Italia, si è trattato anche di un’occasione di incontro tra amici e colleghi, di scambio di ricordi personali e di emozioni condivi-se, che ha contribuito al grande successo della giornata, proprio nello spirito degli “atelier” tanto amati da Meltzer.
Particolarmente opportuna ci pare la pubblicazione degli atti su Contrappunto per due motivi. In primo luogo la musica, o meglio la “musicalità”, è stata uno dei “leit-motif” della giornata: tutti hanno ricordato la capacità d Meltzer di cogliere e trasformare in pensiero, attraverso la reverie, gli aspetti emotivi, sensoriali, musicali della rela-zione, sia che si parlasse di interpretazione, di opere d’arte o di psico-terapia con bambini psicotici. In secondo luogo, come nel contrappun-to musicale cui si ispira il titolo della nostra rivista, c’è stato un vero e proprio dialogo, con l’intrecciarsi e il sovrapporsi di temi, che ha reso vivace e stimolante la discussione.
La giornata è stata introdotta da Jeanne Magagna e da Antonio Suman, che hanno parlato del contributo di Meltzer e di Martha Harris alla costituzione delle nostre Associazioni e della diffusione, in Italia, del loro insegnamento. Antonio Suman ha poi esposto e discusso i con-tributi scientifici più significativi di Meltzer alla teoria psicoanalitica, sottolineandone gli aspetti originali, mentre Jeanne Magagna ha ricor-dato il modo di lavorare di Meltzer, la sua filosofia, il suo credere nel-l’importanza dell’introspezione anche dopo l’analisi e nella realtà della vita onirica.
In seguito abbiamo ascoltato quattro relazioni.

Gina Ferrara Mori ha affrontato il tema del cambiamento di prospet-tiva nel lavoro interpretativo dopo Freud, mostrandoci, attraverso un caso supervisionato da Meltzer, come si formano le interpretazioni nella mente dell’analista.
Pierandrea Lussana ha esplorato l’atmosfera del Giardino dei ciliegi di Chekov con una fine analisi della trama e dei personaggi, mostrando come nell’opera d’arte si rispecchino i temi del conflitto estetico.
Silvia Fano Cassese ha illustrato, con due casi clinici (di cui uno supervisionato da Meltzer), come Meltzer ci ha insegnato a cogliere e utilizzare le comunicazioni non verbali del paziente, il linguaggio musi-cale e metaforico della relazione.
Simona Nissim ha poi descritto incisivamente, in modo molto detta-gliato e con grande sincerità alcune sedute di supervisione con un bam-bino, che ci hanno permesso di vedere da vicino come Meltzer lavorava, come evidenziava sempre gli elementi sensoriali, le fantasie inconscie e le emozioni, ma anche la necessità di organizzare il tutto in pensiero.
Purtroppo manca spazio per pubblicare la discussione e gli interes-santi interventi preordinati tra cui citiamo il contributo di Maria Luisa Mondello (Centro Martha Harris, Palermo) sulla sua supervisione di un caso di Infant Observation con Meltzer e Martha Harris, intitolato Neo-natalità come oggetto estetico e quello di Vittorio Vandelli su un caso adulto borderline supervisionato con Meltzer in occasione di un semi-nario dell’AFPP sul tema del Claustrum. Sono intervenuti anche Luigia Cresti e Antonella Lumachi dell’AFPP, Enrico Levis di Venezia e molti altri.
La giornata è stata presieduta da Gianna Polacco Williams, che ha guidato la discussione contribuendo con i suoi commenti e ricordi a farci sentire la presenza di Meltzer.
Nelle sue parole conclusive Giovanni Hautmann ha ricordato gli anni dei suoi seminari congiunti con Meltzer alla Stella Maris. Ha sottoli-neato le due modalità di intervento di Meltzer nelle supervisioni: uno di tipo più tradizionale, in cui si trattava di cogliere e commentare aspetti del lavoro psicoterapeutico presentato, e l’altro, tipicamente meltzeriano, di ascolto molto attento e vissuto del materiale, da cui estraeva un particolare, un piccolo spunto, per sviluppare una fantasia, una dilata-zione nell’ambito della relazione paziente-terapeuta, che dava nuovo significato alla relazione e al processo trasformativo in atto.
Oltre agli atti della Giornata di Studio, questo numero contiene le con-suete rubriche tra cui, in particolare vorremmo segnalare in Ritagli il dibattito che si è svolto nella nostra Associazione dopo la visione in grup-po del documentario La storia del cammello che piange, in cui il rifiuto della madre cammello per il suo piccolo viene risolto, in modo molto meltzeriano, attraverso la musica.

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