C’era due volte – Franck Thilliez

Recensioni LibriRubrica "Associamo"

C’era due volte – Franck Thilliez

 C’era due volte

Fazi, Roma, 2021

di Franck Thilliez

Recensione a cura di Tommaso Bortolotti

 

C’era due volte è un libro scritto da Franck Thilliez, appartenente alla più estesa Trilogia di Kaleb Traskman. Il romanzo può essere letto da solo, anche se per poterlo apprezzare a pieno è consigliabile la lettura del “Il manoscritto”, primo capitolo della trilogia.

Nella piccola cittadina di Ságas, incastonata in una gelida valle in Francia, quasi tagliata fuori dal mondo, si incastrano le vicende di un padre in cerca della figlia scomparsa da diversi anni e affetto da una misteriosa amnesia, un omicidio con un cadavere non identificato, diversi echi che richiamano a sepolte vicende del passato. È un thriller per stomaci forti che, attraverso il suo ritmo incalzante, accompagna il lettore verso una trama sempre più complessa, un coinvolgimento di personaggi sempre più vasto, tutti accomunati da un rapporto controverso con la morte.

Il tema della perversione prende gradualmente il centro della scena, spingendo il lettore a porsi via via sempre più inquietanti domande rispetto a pulsioni che, nella loro forma più pura, sembrano inaccettabili ed aliene alla civiltà ma che l’autore, attraverso la trama, mostra essere sotto agli occhi di tutti.

Non è forse l’arte un modo per poter vivere, sublimare, portare alla luce e forse poter comunicare anche con le nostre parti più oscure e infantili?

Nella coazione del perverso a mostrare sotto mentite spoglie non è forse all’opera uno dei meccanismi più elementari e crudi che animano l’apparato psichico e che, nella forma più quotidiana, troviamo anche nei sogni, negli atti mancati e negli spostamenti?

Tale forma di comunicazione è ascrivibile soltanto ad un desiderio di causare l’angoscia nell’altro o può essere letta come un tentativo, attraverso l’altro, di poter vivere angosce incontenibili da una mente sola?

Tutti questi pensieri e molti altri accompagnano la lettura di un thriller crudo che ha il merito di lasciare aperte domande a cui ciascun lettore proverà a trovare le proprie risposte.

Thilliez, come artisti citati più volte nel romanzo, ricorda al lettore come la soluzione degli enigmi, ma anche la manifestazione degli aspetti più primitivi della vita pulsionale, sia sempre sotto agli occhi di chi osserva; l’inconscio, dunque, non è un luogo fisico, non sta in un non meglio specificato “sotto”, non è una cripta, ma si nasconde tra le parole, tra i pensieri, tra i desideri coscienti, tra le azioni, tra tutto ciò che consideriamo civile e razionale (Ogden, 2025). Il libro e i suoi protagonisti fanno di questo messaggio una controversa missione.

Bibliografia:
Ogden, T. (2025). Essere vivi, Raffello Cortina Editore, Milano.