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Il numero 33 della rivista si apre con un articolo di Jeanne Magagna dal titolo Identificazioni primitive nell’adozione e nell’affidamento. A prima vista il titolo indica un argomento specifico, forse di settore, riguardante l’infanzia. Il lavoro dell’Autrice ci offre al contrario un prezioso studio sui meccanismi di identificazione utilizzati nell’area del trauma di cui possono fare tesoro anche i non addetti ai lavori. In particolare la comprensione dei concetti teorici risulta arricchita e facilitata, anche per coloro che non sono soliti lavorare con bambini, dalla articolazione di molte situazioni specifiche per ognuno dei tre meccanismi di difesa, corredate da brevi esempi clinici. La comparsa di questo articolo nel presente numero della nostra rivista, svolge anche la funzione di araldo dell’ormai prossima Conferenza Internazionale sull’Infant Observation che si terrà a Firenze dal 16 al 18 aprile 2004, che avrà come tema Percorsi di crescita: dagli occhi alla mente alla cui organizzazione hanno collaborato l’A.F.P.P., il C.S.M.H., la A.H.P.P.I.A. e il dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze.
Corrado D’Agostini ci propone uno studio sulle complesse relazioni esistenti fra disturbi di personalità e disturbi del comportamento alimentare. L’Autore ha ormai una pluriennale esperienza nella psicoterapia psicoanalitica di questo tipo di patologia, particolarmente impegnativa per le difficoltà teoriche e tecniche che essa comporta; ma ha approfondito anche la necessità di un approccio integrato multidisciplinare nel lungo trattamento che queste forme cliniche richiedono. Questo lavoro non consiste, come potrebbe a prima vista apparire, in un semplice sforzo di organizzazione nosografica, impresa già di per sé utilissima e tutt’altro che semplice, ma di un approfondimento teorico su questioni psicopatologiche di fondo, che stimola alla riflessione sugli aspetti strutturali dinamici che sostengono il comportamento alimentare disturbato.
Il lavoro che Danièle Brun ci offre è stato presentato a Parigi nell’ottobre 2002 nel corso di una giornata di studio del GIREP. Esso riprende così il filo di un interessante incontro iniziato anni fa, sempre grazie a Luigia Cresti Scacciati, fra l’A.F.P.P. e questa Autrice, psicoanalista ben nota in Francia per aver fortemente contribuito a tenere acceso il dibattito su questioni fondamentali inerenti il rapporto tra salute e malattia. Attraverso l’analisi delle ferite “del corpo” si indaga l’area della primitiva matrice mentale così strettamente fusa con la dimensione corporea. Questo lavoro fornisce un implicito suggerimento a considerare sotto un diverso punto di vista il tema della memoria e del trauma; un particolare tipo di trauma, che ugualmente può inscriversi in modo stabile nella organizzazione di una vita e dominarne le vicende profonde, se non adeguatamente elaborato. Un trauma difficilmente analizzabile perché la sua memoria è “ancorata nel corpo”, il quale si avvale di linguaggi non sempre facilmente decifrabili.
I riferimenti clinici a esperienze di perdite e di lutto da parte di donne nei confronti di un figlio, donne “ferite nella loro maternità”, presenta una singolare coincidenza con aspetti centrali messi in luce da Antonino Brignone nel suo studio storico-biografico intorno alle radici della “riscoperta” del controtransfert: Melanie Klein e Paula Heimann, la controversia nascosta. Questo lavoro, rimasto incompiuto, viene pubblicato postumo, per gentile concessione della moglie Luisa Reina, con una presentazione di Laura Mori e Roberta Pisa, nella rubrica culturale Ritagli. In esso si coglie il coraggio di una indagine niente affatto facile e caratterizzata da un intreccio fra vicende personali, storia del movimento psicoanalitico e sviluppo delle stesse teorie psicoanalitiche. Ci colpisce la delicatezza e il calore con cui questa indagine è stata condotta.
Nella Sezione dedicata alle Recensioni compare la presentazione che Vittorio Biotti propone del recente libro di Giovanni Hautmann: Funzione analitica e mente primitiva. Ci piace ricordare che Contrappunto ha ospitato anche le recensioni dei due precedenti libri, La psicoanalisi tra arte e biologia, e Il mio debito con Bion, comparsi nel 1999, che lo stesso Hautmann indica appartenere ad una “trilogia”. Anche queste recensioni erano curate da Vittorio Biotti, e testimoniavano la collaborazione con l’Autore e la sua disponibilità.
Fra le Schede bibliografiche troviamo la presentazione di un libro di Danielè Brun: Le Corps, la cui lettura rimanda al tema dell’articolo della stessa Autrice pubblicato in questo numero.
Un piacevole “viaggio” ci viene proposto da Roberta Pisa che ha letto per noi Il nostro cuore volge al Sud, una raccolta di lettere e cartoline di Sigmund Freud, curata da Christfried Tögel, dalla quale emergono i toni “privati” di un candido entusiasmo per la ben nota passione di Freud per viaggiare.
Infine la scheda sul libro di Nicolle Kress-Rosen La passione di Sabina. Freud, Jung e Sabina Spielrein: sullo sfondo della relazione fra Freud e Jung si delinea una vicenda che mette in luce gli aspetti più profondi della relazione di transfert e della risposta dell’analista in modo meno banale e romanzato di quanto il recente film di Faenza abbia fatto. L’invito alla lettura del libro sembra interessante anche per l’evoluzione del personaggio femminile che pare aver trovato la forza di fronteggiare un destino difficile in tempi che non esitiamo a definire tragici.
Nello spazio dedicato all’A.F.P.P., il Notiziario, ci rende conto delle modifiche apportate allo Statuto della Associazione nel corso dell’Assemblea di chiusura dell’anno 2003. Si tratta di modifiche importanti che ridefiniscono la relazione fra la Scuola e l’Associazione. In appendice viene presentato il programma provvisorio delle attività scientifiche promosse dall’A.F.P.P. per il 2004.